Resumo
Dopo l'affermazione nietzschiana per cui “non ci sono fatti ma solo interpretazioni” la filosofia giunge alla fase del postmoderno, difesa da Gianni Vattimo, in cui dialettica ed ermeneutica rendono “debole” il concetto di verità.
Il suo allievo Maurizio Ferraris critica la visone del suo maestro col tentativo di instaurare un nuovo realismo, volendo riportare in auge un concetto di verità, che escluda da esso tutte le verità di tipo epistemologico e religiose. L’analisi e lo studio dell’attacco al postmoderno di Ferraris che qui viene fatto mostra che sia nel pensiero del primo autore, con la difesa delle verità “soggettive”, sia nel secondo, che difende le verità “oggettive”, il concetto di verità resta slegato dalla morale, e che non avendo contenuti epistemologici su cui fondarsi non giunge all’effettivo ritorno di una nozione “forte” di verità.